Parkour: un’attività divertente per saltare ostacoli urbani facendo acrobazie

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Tecnicamente questa definizione indica ‘l’arte di spostarsi in modo agile e rapido’, facendo affidamento unicamente sulle capacità del corpo umano di utilizzare al meglio movimenti sincronizzati anche di braccia e gambe per muoversi velocemente da un posto all’altro; un qualcosa di simile al ‘Free Running’, con qualche piccola differenza di modalità, e la bellezza di scenari variabili e di diversi livelli di difficoltà nel superare ostacoli naturali come possono essere monumenti, alberi, pareti alte, ringhiere, sempre disponibili in varie zone di qualsiasi città.

Questa disciplina nasce intorno agli anni 80 a Lisses, un piccolo sobborgo nelle adiacenze di Parigi, dove in un primo momento era chiamata ‘art du deplacemènt’; un gruppo di ragazzi che si faceva chiamare ‘Yamakasi’ fu pioniere di questa nuova pratica sportiva, ma in realtà furono due fuoriusciti dal gruppo (David Belle e Sebastièn Foucan) a dar vita ad una massiccia diffusione di tale ‘fenomeno’, cambiandone innanzitutto il nome in Parkour, ed iniziando a praticarla destreggiandosi tra ostacoli naturali che si trovano in strade e piazze pubbliche.

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Come nacque questa disciplina?

Un bel giorno, nel periodo immediatamente antecedente la Prima Guerra Mondiale, l’ufficiale dell’Armata Francese George Hèbert iniziò a studiare gli agili e rapidi movimenti delle tribù africane, notando quanto fossero particolarmente sviluppate le loro capacità motorie e con che fluidità di movimento si spostavano da un posto all’altro con il solo aiuto di braccia e gambe; dopo mesi di osservazione ed apprendimento, l’ufficiale inserì tra gli esercizi basici del programma di allenamento per le sue truppe alcuni di questi movimenti come saltare, camminare a quattro zampe, scalare, correre o nuotare, cosa che fu successivamente apprezzata e condivisa anche da altri paesi.

Da qui in poi, l’arte di sapersi spostare con destrezza ed agilità ricorrendo unicamente al proprio equilibrio ed avvalendosi del solo supporto dei 4 arti è stata oggetto di varie interpretazioni in molti paesi del mondo, fino a giungere alla città di Lisses dove Belle e Foucan la svilupparono e la resero più moderna fino a perfezionarla e farla diventare la pratica sportiva super seguita e praticata che è oggi.

Movimenti utilizzati nel Parkour

Sono parecchi i movimenti fondamentali che si usano per iniziare a cimentarsi nel Parkour, e vale la pena dargli un’occhiata, almeno per conoscere quelli più basici e farsi trovare sempre aggiornati dagli amici che ci propongono di condividere con loro questa pratica. Abbiamo tre o quattro categorie principali in cui possiamo suddividere i vari movimenti e le belle figure che prevede questa disciplina: cadute, salti, spostamenti, e tecniche di equilibrio sono sicuramente tra le principali, e vale la pena perlomeno sapere che: un ‘monkey’ è un salto simile a quello di una scimmia, ovvero con le due mani in parallelo che si appoggiano per prime sull’ostacolo da superare, seguite subito dalle due gambe unite e portate al petto, oppure che un ‘salto del Tigre’ si fa distendendo il corpo al massimo per raggiungere l’ostacolo con gli arti anteriori e rotolarci velocemente sopra con la spalla per balzare subito in piedi. ‘Doble Kong, Monkey precision, Lazy (o laterale), Reverso, e tanti altri ‘tricks’ rendono questa nuova attività sportiva davvero affascinante e sempre più seguita dal pubblico.

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Essenza e spirito di chi lo pratica

Il Parkour non è soltanto esercizio fisico e destrezza, ma ha anche un lato filosofico e spirituale che fonda le sue radici nel concetto di ‘superamento del proprio io’, ovvero esalta quello spirito di lotta continua volta al costante miglioramento delle proprie capacità psicomotorie, fortificando inoltre valori come la fratellanza, l’umanità, il rispetto e la pace, un modo originale e sano per tenere sempre in allenamento corpo e mente.

Tutte quelle che sono le qualità fisiche e mentali di un essere umano sono stimolate a fondo praticando questa disciplina; forza, velocità, equilibrio, agilità, coordinazione, ma anche colpo d’occhio, velocità di pensiero, capacità di scegliere la soluzione migliore da utilizzare in un determinato momento. Tutto è sottoposto a sforzo, tutto è ottimizzabile.

Il fine più puro del Parkour è proprio quello di infondere sempre più sicurezza in se stessi, forza e agilità, insegnando a non arrendersi davanti ad un muro, ma imparare a trovare rapidamente il modo più facile per superarlo.

Benefìci e rischi quando si pratica il Parkour

Il Parkour, come quasi tutte le discipline, va praticato coscientemente ed in modo sicuro; vista la difficoltà di alcuni suoi ‘tricks’infatti, è sempre bene, specie per chi ci si avvicina per le prime volte, farlo proteggendosi specialmente le parti più soggette ad eventuali traumi, come potrebbero essere gomiti, caviglie, ginocchia, oltre ovviamente alla testa (è meglio usare sempre il casco di protezione).

Legamenti ed articolazioni sono sicuramente le parti più a rischio per chi pratica questa attività, ma una volta procurato l’equipaggiamento adeguato, ci si potrà finalmente dedicare a sfruttare al massimo tutti i benefìci che questo sport può offrire; miglioramento dell’equilibrio, sviluppo delle proprie potenzialità motorie e della muscolatura, ampliamento della capacità cardiorespiratoria e molte altre funzioni corporali e mentali vengono infatti stimolate a fondo attraverso la pratica del Parkour, ma è sempre bene muoversi in sicurezza.

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